San Sebastiano
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Un carissimo pensiero ai nostri anziani ed ammalati

7/4/2020

 
Da un po’ di tempo a questa parte le nostre abitudini quotidiane sono state radicalmente stravolte dalla pandemia. Sempre nuove disposizioni delle Stato ci chiedono prudenza e attenzione per sè e per gli altri. Questo comporta dei sacrifici, anche importanti, come il non poter far visita ai propri cari, ai nostri anziani e agli ammalati.
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Questo virus ci ha colti all'improvviso e ci siamo ritrovati confusi, impauriti, incredibilmente fragili e senza alcuna certezza. Siamo stati messi davanti alla nostra povertà, che in realtà non ci ha mai lasciato, ma che spesso magari abbiamo preferito mettere da parte. Al tempo stesso, però, scopriamo che è proprio questa stessa impotenza e fragilità ad accomunarci e a renderci solidali in questa prova.
Carissimi anziani della comunità, abbiamo bisogno di voi, della vostra testimonianza, per imparare a vivere questo periodo; per stare nella precarietà senza perdere la speranza.
Nella Bibbia c'è scritto:"Non trascurare i discorsi dei vecchi, perchè anch'essi hanno imparato dai loro padri; da loro imparerai il discernimento e come rispondere nel momento del bisogno" (Sir 8,9). Siete un dono per la nostra comunità.
La fede e la saggezza, che avete maturato nel dolore e nelle difficoltà della vita, siano per noi un esempio prezioso, da accogliere e custodire.
Vi pensiamo e vi ricordiamo sempre nelle preghiere, in attesa di poterci finalmente rivedere.
Un caro saluto e un augurio di una Santa Pasqua da parte nostra, dei sacerdoti e di tutta la comunità!


Suor Cristina, suor Paola e suor Sara

La confessione pasquale in tempo di coronavirus

6/4/2020

 
Lunedì 30 marzo 2020 il nostro vescovo ha reso note attraverso una lettera rivolta a tutte le comunità della diocesi le indicazioni in vista delle celebrazioni della Pasqua, tra le quali anche quelle relative alla celebrazione del sacramento della Penitenza.
Dal momento che siamo costretti all’impossibilità di celebrarlo per la prudenza legata all’emergenza sanitaria, che tutti stiamo vivendo, il vescovo Antonio ci ricorda una particolare possibilità per essere raggiunti dalla misericordia di Dio e, quindi, anche dal suo perdono. 
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L’insegnamento della Chiesa ci dice che quando siamo sinceramente pentiti dei nostri peccati e ci proponiamo di camminare nuovamente con il Signore e quando non possiamo confessarci e ricevere l’assoluzione per “un’impossibilità fisica o morale” (Catechismo della Chiesa Cattolica1451-1452), possiamo già considerarci realmente e pienamente riconciliati con il Signore Dio e con la sua Chiesa.
Essa ha sempre confermato che "la confessione individuale e integra dei peccati con l’assoluzione egualmente individuale costituisce l’unico modo ordinario con cui il fedele, consapevole di peccato grave, è riconciliato con Dio e con la Chiesa” (Reconciliatio et paenitentia, 33), ma in momenti di particolare gravità come questo, quando non ci sono assolutamente le condizioni per accostarsi al sacramento della Penitenza nella forma solita della confessione personale, la Chiesa stessa prevede la possibilità di ricevere il perdono del Signore nella forma del cosiddetto votum sacramenti, cioè esprimendo il sincero desiderio di ricevere il sacramento della Riconciliazione e proponendosi di celebrarlo successivamente, non appena possibile.
Dunque, il Vescovo ci ricorda che la confessione individuale potrebbe essere sostituita da un atto di sincera contrizione, espresso magari con una formula di preghiera (Confesso a Dio Onnipotente, Atto di dolore...) o con parole nostre, e compiendo se possibile un gesto penitenziale (digiuno, veglia di preghiera o elemosina), fino alla futura celebrazione del sacramento nella sua forma ordinaria.
Probabilmente, qualcuno si sarà domandato se, in questo tempo particolare, il telefono o l’email possano essere considerati strumenti idonei per la confessione, ma ciò non può accadere attraverso questi mezzi di comunicazione o altri, per motivi legati alla protezione del sigillo sacramentale (noto popolarmente come segreto confessionale) e per il fatto che occorre la presenza fisica del penitente. Tramite i mezzi di comunicazione, invece, il sacerdote può eventualmente fornire utili consigli spirituali al fedele, consolarlo o aiutarlo a sperare, ma non impartire l'assoluzione sacramentale.
Riassumendo, ricordiamoci quello che il Papa ha spiegato nella Messa di Santa Marta di venerdì 20 marzo: «Io so che tanti di voi, per Pasqua andate a fare la confessione per ritrovarvi con Dio. Ma, tanti mi diranno oggi: “Ma, padre, dove posso trovare un sacerdote, un confessore, perché non si può uscire da casa? E io voglio fare la pace con il Signore, io voglio che Lui mi abbracci, che il mio papà mi abbracci… Come posso fare se non trovo sacerdoti?” Tu fai quello che dice il Catechismo. È molto chiaro: se tu non trovi un sacerdote per confessarti, parla con Dio, è tuo Padre, e digli la verità: “Signore ho combinato questo, questo, questo… Scusami”, e chiedigli perdono con tutto il cuore, con l’Atto di Dolore e promettigli: “Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso”. E subito, tornerai alla grazia di Dio».

Don Marco
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SUSSIDI PER LA SETTIMANA SANTA

5/4/2020

 
In allegato gli schemi di preghiera per la Settimana Santa e per la Pasqua, a disposizione di tutti per vivere al meglio questo periodo nella preghiera.

DOMENICA DELLE PALME

preghiera_palme.pdf
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GIOVEDì SANTO

preghiera_giovedisanto-low.pdf
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VENERDì SANTO

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SABATO SANTO

preghiera_sabatosanto-low.pdf
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DOMENICA DI PASQUA

preghiera_domenicadipasqua-low.pdf
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Perché un pavone?

1/5/2019

 
Si legge in Esodo 13: “Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco, per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte”. Il popolo di Dio si lasciava alla spalle l’Egitto con i suoi idoli e le sue schiavitù e si dirigeva verso oriente. Desideroso di intraprendere una vita ri-sorta, nata di nuovo, come fa il sole ogni mattina ad oriente.

Durante la veglia pasquale anche noi abbiamo fatto lo stesso cammino verso oriente. In quella notte “veramente gloriosa” abbiamo lasciato - ci auguriamo - alle spalle il nostro personale Egitto per raggiungere l’Altare della chiesa, collocato secondo la tradizione ad est. Ci siamo orientati entrando in Chiesa, seguendo la colonna di fuoco rappresentata dal Cero pasquale e abbiamo intonato l’antico preconio che racconta i prodigi operati dalla Risurrezione lungo i millenni.
Sul nostro cero pasquale, quest’anno è stato rappresentato il simbolo del pavone, che insieme al cervo, al leone o all’agnello è simbolo caro ai cristiani fin dalle origini. Talvolta il pavone figura nei programmi iconografici funerari, come all’interno delle catacombe, perché simboleggia la risurrezione. La sua carne era considerata incorruttibile. Sant’Agostino, che talvolta si dimostra piuttosto ingenuo, fa eco a quest’idea fantasiosa, considerando il pavone emblema d’immortalità, o forse non fa che riprendere un simbolo noto a tutti. Capace di annunciare il Kerygma a tutti. Anche il fatto che le sue belle piume ricrescano ogni anno in primavera veniva interpretato come simbolo della gloria della risurrezione.
Per cinquanta giorni accanto alla Parola troveremo accesa la nostra colonna di fuoco. Ci auguriamo che insieme alla Parola sia sempre guida per un cammino di quotidiane risurrezioni, verso la bellezza piena della Regno.

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PASQUA: inizio di una nuova primavera nella vita cristiana

1/4/2018

 
Con la Celebrazione Eucaristica della Domenica di Risurrezione, ha preso avvio il Tempo Pasquale dell’anno liturgico. Cinquanta giorni scanditi dai Vangeli delle apparizioni del Risorto e dagli Atti degli Apostoli. Il tempo in cui, nella comunità credente, si è soliti celebrare i sacramenti dell’iniziazione alla vita cristiana. Una vera primavera dopo la stagione quaresimale. Occasione per intravedere ed incoraggiare una nuova fioritura della fede, grazie al lavoro di tutti. I primo luogo quello instancabile dello Spirito Santo, primo del Risorto. Ma a ad ogni credente è affidata la responsabilità di accresce e far crescere la presenza di Cristo nel mondo, in ogni ambiente di vita. 
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GIOVEDÍ SANTO: con la lavanda dei piedi è iniziato il triduo pasquale

29/3/2018

 
Suggestivo, emozionate e denso di significato come ogni anno il rito della Lavanda dei Piedi. Con la Missa in Coena Domini sono iniziati Giovedì Santo, 29 marzo, i solenni riti del Triduo pasquale. Erano oltre 300 i partecipanti all’incontro, e più di 30 i bambini che tra qualche giorno riceveranno la Prima Comunione e che per l’occasione hanno occupato il posto dei discepoli durante  la lavanda dei piedi dal Papa. “Fate questo in memoria di Me”. Don Massimo, parroco della comunità, ha richiamo all’attenzione il testamento spirituale di Gesù. Consegnando questo mandato ai sui discepoli, il Maestro li invita non solo a perpetuare il Mistero Eucaristico, ma ad impiegare la vita nella logica del servizio e dell’offerta di sé. Forte anche il richiamo vocazionale. L’abitudine ad avere la presenza stabile di un sacerdote all’interno della comunità parrocchiale non deve essere data per scontata. Urge la risposta di altre giovani vocazioni, che continuino a diffondere con mani consacrate la gioia del Vangelo.

LIBRETTO VIA CRUCIS VENERDI' SANTO

27/3/2018

 
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LE PALME, inizio dei riti della settimana santa

25/3/2018

 
Con la benedizione dei rami d’ulivo e la suggestiva commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme è iniziata anche a San Sebastiano la Celebrazione della Grande settimana Santa. Riti solenni e meditazioni intense da non lasciare privi di contenuto. Non si tratta, infatti di Sacre rappresentazioni cui restare spettatori, ma di misteri che scavano nel profondo e chiedono corrispondenza. In questa Settimana, la Settimana Santa, che ci conduce alla Pasqua, noi andremo su questa strada dell’umiliazione di Gesù. E solo così sarà “santa” anche per noi!

33esima veglia delle palme

24/3/2018

 
Ieri in data 24 marzo, preso il PalaSport della nostra Diocesi è avvenuta la 33esima veglia delle palme rivolta a tutti i giovani della Diocesi. L’evento organizzato dalla Pastorale giovanile era incentrato sul tema della Grazia. Il vescovo insieme ai due seminaristi della chiesa tongolese prossimi all’ordinazione sacerdotale, hanno meditato davanti alla croce i temi che venivano proposti durante l’intera giornata. Uno dei momenti di riflessione è stato rappresentato dalla giovane Francesca Montuori che, dialogando con la madre rifletteva del dono della vita. Il secondo momento di riflessione è stato guidato da Andrea Migliorini che ha stimolato i giovani sulla riflessione del mettersi in relazione con l’altro, poi è stato il momento di Cecilia Botturi e Daniele Carrara, che hanno presentato il tema della relazione di coppia come risposta ad una vocazione. Alberto colombo invece, con un vestito bianco, volendo rappresentare un angelo ci ha provocati sul farci riflettere sulla Grazia della vita e su come usare i doni che ci vengono consegnati per compiere al meglio la nostra vita, seguendo la nostra vocazione. Successivamente c’è stato un momento di adorazione della croce guidato da Andrea Franzini, missionario in Brasile, ci ha presentato delle realtà crude presenti sul posto: dalla deforestazione alla prigione per i minori in alcuni container e sulla violenza di alcuni adolescenti. Dopo il Vescovo ha consegnato dei ramoscelli insieme ad un foglio con le frasi della giornata a tutti i rappresentati degli oratori e dopo la benedizione finale del Vescovo, è succeduto il concerto/testimonianza dei ForJay. È stata una bellissima esperienza della Chiesa Cremonese dove più di mille giovani provenienti da tutta la diocesi si sono riuniti per uno scopo comune: LA FEDE!

DON MASSIMO: la Passione di Cristo è entrata nella nostra vita.

23/3/2018

 
“Desidero ringraziare i giovani della nostra Comunità che ci hanno aiutato a rendere attuale la Parola di Dio nella nostra vita attraverso la via Crucis di questa sera”. Così don Massimo, parroco di San Sebastiano al termine della preghiera di venerdì 23 marzo. Non sono stati sufficienti i 150 libretti della celebrazione distribuiti all’inizio del suggestivo rito penitenziale. Molti i fedeli convenuti per pregare alla vigilia della grande Settimana Santa. Anche gli adolescenti sono stati protagonisti, attorno alla croce o all’interno della quarta icona, quella che paragonava il Sinedrio giudicante ad un gruppo di bulli che senza scrupoli prende di mira una giovane vittima innocente. La casa di Betania è diventato, quindi, il salotto di una casa amica, l’Ultima cena la mensa domestica, Il Getsemani in cui avviene il tradimento la camera nuziale, il cortile in cui Pietro tradisce il posto di lavoro in cui si dimenticano gli affetti, il pretorio romano la gogna mediatica e il Calvario la tragica fine di un povero. Immagine di tanti che anche abitano i marciapiedi marmorei delle nostre metropoli.
A ciascuno il compito di vivere quanto celebrato. Lasciando che Cristo abiti le nostre passioni mentre noi ci accingiamo ad abitare la Sua.

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