Ogni giornata di Grest, come un mosaico, è stata costruita impiegando tessere di diverso colore. L’azzurro cielo, quello della preghiera, stemperata sulle icone bibliche del buon Samaritano, della moltiplicazione dei Pani e dell’incontro di Simone col Risorto; il verde foglia, simbolo di giovinezza e di effervescenza, componenti fondamentali di ogni laboratorio espressivo realizzato, con la libertà di chi impara divertendosi e sperimenta confrontandosi; il rosso fuoco, quello della sfida competitiva, mai esagerata e tanto meno esaltata; il giallo sole, quello delle temperature estive che non hanno mancato di farsi sentire specialmente nelle ore pomeridiane sul campetto di cemento; c’è stato pure il colore del rimprovero di tanto in tanto, o meglio quello della correzione fraterna, senza la quale non si delineano i contorni delle figure e il disegno non esprime in pienezza ciò che vorrebbe. Sarebbe bello che ogni educatore, dal genitore in giù, sapesse impiegare tutte queste tessere colorate. Stringendo alleanze significative e non delegando ad altri l’arte della composizione. Non è raro vedere opere d’arte incompiute, alcuni bambini e ragazzi cui mancano tessere fondamentali che solo a quest’età è possibile fissare. Accade, però, sempre più frequentemente, di constatare che anche i mosaici più antichi, quelli che stanno alle spalle di quelli dei ragazzi, stanno perdendo tessere. Forse perché il collante è venuto a mancare. Un’efficace miscela di sacrificio, dedizione, rinunce, affetto, fede, modestia, riconoscenza e semplicità. Fine del Grest, o meglio fine del Vangelo che anche al Grest ha preso corpo, forse è rimestare questo efficace impasto che tiene unite le tessere ma che forse è più giusto dire che realizza il Disegno che Dio ha pensato di realizzare con noi.
I funzionari del tempio avevano visto ed erano passati oltre, invece lui lo guardò e si fermò. Anche ogni ragazzo del Grest, dal più piccolo al più grande, è stato messo davanti ad un fatto: che uscendo di casa ogni mattina, percorre le strade del nostro quartiere verso l’oratorio, e mentre cammina incrocia volti e incontra persone. Con quale sguardo? Varcata la soglia dell’oratorio, poi, altre storie da condividere e altre amicizie da stringere. Con quale cuore?
Niente filosofie. Quando si parla di fede incarnata si parla di ciò che può “riaprire” il quotidiano. Che bello se anche i genitori che affidano i loro figli all’oratorio cogliessero questo! Mentre corrono al lavoro, dopo aver “piazzato” ciò che hanno di più caro al mondo, sarebbe importante comprendessero che ogni giornata, dalla più ordinaria alla più difficile, offre un’opportunità di salvezza. La questione però è desiderarla e riconoscerla. Per tutti, allora, piccoli e grandi, può valere qualcosa del testo pregato insieme: Signore, chiudo questa prima settimana di Grest con un grande grazie per tutte le cose nuove che ho scoperto. Aiutami sempre a migliorare alcuni miei atteggiamenti per diventare un bravo cristiano e un onesto cittadino.
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