Ancor oggi considerato una delle figure più enigmatiche e al contempo più celebri del Quattrocento italiano, Antonello da Messina fu un eccellente ritrattista. Fu tra i primi sperimentatori dell'utilizzo della pittura ad olio, capace di donare una vivacità e un realismo che ancora oggi, a distanza di mezzo millennio, rende i suoi ritratti tra i più belli che la storia dell'arte europea abbia mai realizzato, in cui alla fedeltà rappresentativa si associa una capacità unica di penetrazione psicologica dell'individuo ritratto.
Dotati di audioguide i ragazzi hanno potuto ammirare tra gli altri il San Girolamo nello studio, la Crocifissione proveniente da Sibiu in Romania e il celeberrimo Ritratto d’uomo dall’enigmatico sorriso, ma anche lasciarsi affascinare dall’Annunciata, autentica icona, con lo sguardo e il gesto della Vergine rivolti alla presenza misteriosa che si è manifestata, e dall’ Ecce Homo (Cristo alla colonna), in grado di sollecitare in ogni spettatore emozioni e sentimenti. Questa uscita con i ragazzi è nata dalla convinzione dell’urgenza di farli accedere alla bellezza in un mondo spesso disordinato e così poco propenso ad avvicinarli al bello. Insegnargli a fermarsi, in questa fretta di vivere, per prestare attenzione alla bellezza e amarla, perché essa ci aiuta a “uscire dal pragmatismo, dalla logica del consumismo”. Scrive papa Francesco nella Laudato sii: “Quando non si impara a fermarsi (sospendere la corsa), ad ammirare ed apprezzare il bello non è strano che ogni cosa si trasformi in oggetto di uso e di abuso”. Lasciamo spiragli alla bellezza! Il suo ruolo non è solo dare emozioni, ma ancor di più aprire orizzonti. “In chi contempla la bellezza – scrive Papa Francesco in Laudato sii – si compie il salto verso una certa pienezza propriamente umana”. La bellezza umanizza, allarga l’anima. Allora è importante insegnare ai ragazzi a fermarsi, e contemplarla: perché lì è raccolto il senso dell’essere. Contemplare un’opera d’arte non cambia il mondo ma insegna a vederlo in modo nuovo. E osservare 15 adolescenti rapiti per un’ora intera dalle opere d’arte, in ascolto attento e silenzioso delle audioguide, porta tanta speranza.
Arrivati alla loro meta gli impavidi ciclisti hanno potuto godere di un’ottima merenda e di qualche attimo di relax nella natura cremonese. Ripartiti alla volta dell’oratorio il gruppo ha deciso di intraprendere anche qualche pezzo di “fuori strada” passando accanto al fiume per poi ritornare sulle più semplici piste ciclabili. Questo semplice giro in bicicletta è stato occasione per condividere qualche momento di amicizia e di divertimento per poter poi affrontare al meglio i prossimi impegni che la festa dell’oratorio ha in serbo per noi. Alla prossima biciclettata ricordatevi che siete tutti invitati!!!
Dalla festa dell’Oratorio riprenderanno a gonfie vele le attività pastorali, con la speranza di vedere maggiormente popolate le assemblee domenicali dopo le ferie estive. I ragazzi e i giovani non hanno smesso di chiedere mutamente aiuto, cercando ciecamente figure adulte di riferimento. Chiedere per gli’uni non è facile e rispondere per gl’altri non è da meno. Ma la difficoltà si riepie di senso quando ad illuminare la fatica è la Luce della Parola e la forza della Fede.
A questo riguardo la Festa dell’Oratorio si pone non come una serie di eventi che festeggiano “il noi” o peggio ancora “una serie di tanti io”, ma come l’inizio di una nuova avventura che festeggia Lui, attraverso le molteplici attidudini di ciascuno. Nessuno si senta escluso, ognuno si senta atteso per condividere la gioia della festa e ridire con decisione la bellezza della vita in Cristo e nella Chiesa.
Nell’incontro su Aldo Moro, il prof. Verdi dello statista democristiano ha sottolineato la dimensione di uomo di studio e di pensiero, la ricerca di una sintesi tra fede e storia, la passione per la democrazia vissuta attraverso la testimonianza di una politica intesa come ascolto, servizio, mediazione e lungimiranza.
Sono stati anche ripercorsi i tragici giorni del suo sequestro e della sua morte che hanno segnato e cambiato dolorosamente la storia del nostro paese. L’eredità di Aldo Moro per i nostri giorni, è quella di una fede che illumina la vita anche nei momenti più bui e di una politica che non abdica alla fatica del ragionamento. La partecipazione gli incontri è stata numerosa, interessata, motivata, come hanno dimostrato gli interventi dei presenti.
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