Ogni giornata di Grest, come un mosaico, è stata costruita impiegando tessere di diverso colore. L’azzurro cielo, quello della preghiera, stemperata sulle icone bibliche del buon Samaritano, della moltiplicazione dei Pani e dell’incontro di Simone col Risorto; il verde foglia, simbolo di giovinezza e di effervescenza, componenti fondamentali di ogni laboratorio espressivo realizzato, con la libertà di chi impara divertendosi e sperimenta confrontandosi; il rosso fuoco, quello della sfida competitiva, mai esagerata e tanto meno esaltata; il giallo sole, quello delle temperature estive che non hanno mancato di farsi sentire specialmente nelle ore pomeridiane sul campetto di cemento; c’è stato pure il colore del rimprovero di tanto in tanto, o meglio quello della correzione fraterna, senza la quale non si delineano i contorni delle figure e il disegno non esprime in pienezza ciò che vorrebbe. Sarebbe bello che ogni educatore, dal genitore in giù, sapesse impiegare tutte queste tessere colorate. Stringendo alleanze significative e non delegando ad altri l’arte della composizione. Non è raro vedere opere d’arte incompiute, alcuni bambini e ragazzi cui mancano tessere fondamentali che solo a quest’età è possibile fissare. Accade, però, sempre più frequentemente, di constatare che anche i mosaici più antichi, quelli che stanno alle spalle di quelli dei ragazzi, stanno perdendo tessere. Forse perché il collante è venuto a mancare. Un’efficace miscela di sacrificio, dedizione, rinunce, affetto, fede, modestia, riconoscenza e semplicità. Fine del Grest, o meglio fine del Vangelo che anche al Grest ha preso corpo, forse è rimestare questo efficace impasto che tiene unite le tessere ma che forse è più giusto dire che realizza il Disegno che Dio ha pensato di realizzare con noi.
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