San Sebastiano
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GREST: stop di iscrizioni. Lunedì si comincia

7/6/2018

 
Martedì 5 giugno si sono chiuse le iscrizioni all’edizione 2018 del Grest di San Sebastiano. I numeri sono davvero elevati e molto significativi. Da circa due mesi i ragazzi che animeranno le giornate in oratorio stanno organizzando tutto quanto serve perché l’esperienza possa risultare coinvolgente e fruttuosa. Lunedì mattina le porte dell’oratorio si spalancheranno per accogliere i bambini che per un mese intero “dipingeranno” il quartiere con i loro cappellini colorati. Riscopriranno, attraverso attività, giochi e riflessione quattro verbi importanti con i quali l’uomo abitualmente costruisce le proprie giornate. Osservare, come esploratori esperti, ma anche semplicemente come persone che vogliono tenere gli occhi aperti dinnanzi a tutto ciò che accade. Si chiama indifferenza il primo nemico da affrontare, che spegne lo stupore e appiattisce le giornate. Mentre noi guardiamo tutto ciò che esist anch’esso ci guarda e ci riguarda! Gli animatori questo lo sanno bene, dopo aver partecipato ad una lezione particolare, sulle montagne di Barbiana, nella stessa aula scolastica di don Milani. Il secondo verbo è costruire, cioè trasformare qualcosa in qualcosa d’altro, combinando tra loro gli elementi che la natura mette a nostra disposizione. Qui il secondo antagonista si chiama omologazione, che vorrebbe eliminare le differenze e che pretenderebbe di convincere che i pezzi costruiti in serie sono migliori dei prodotti artigianali. Solo perché immediati e a buon mercato. Il terzo verbo è scambiare. È l’arte del mercante. Uno dei cardini dell’economia e dell’incontro. Non della vuota finanza che riduce l’uomo in cifra. Sant’Omobono, nostro patrono, ci ricorderebbe che anche un mercante animato dallo Spirito può diventare santo! L’ultimo verbo è raccontare. Non con fake news o gossip sterile, ma con la passione di chi ha fatto un’esperienza bella e vuole trasmetterla agli amici. Il buon Samaritano, il Ragazzo della moltiplicazione dei pani e dei pesci insieme al pescatore Simon Pietro, ci aiuteranno a declinare questi verbi alla prima persona plurale, al tempo presente e al modo evangelico.
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FRECCIA: i primi di giugno la tradizionale festa associativa .

3/6/2018

 
Gare, giochi e divertimento, insieme a spiritualità e convivialità. Sono stati questi i pilastri sui quali si è poggiata l’intera giornata del 3 giugno presso l’oratorio di San Sebastiano. È ormai tradizione che la società sportiva Freccia si ritrovi al termine dell’anno sportivo per vivere una giornata di festa. Tutto è iniziato con la celebrazione della Messa nella quale don Michele, assistente spirituale della società sportiva,  non ha mancato di richiamare il valore di “dirsi grazie” davanti all’Eucaristia che è per sua natura memoriale e rendimento di grazie. Anche durante l’omelia il riferimento alla Freccia: “con chi oggi festeggia l’appartenenza alla Freccia voglio condividere questo pensiero: che oggi è giorno di festa ma la verità la festa l’ho vista ieri mattina quando si è stati capaci di uscire di casa per prepararla! La vera festa si è svolta lungo l’anno e, attenzione, non solamente durante le partite vinte o perse ma soprattutto durante gli allenamenti e le riunioni organizzative. La festa non è quando si consuma ma quando si prepara insieme!”.  Al termine della celebrazione tutta la mattina è stata giocata sui campi. Pallavolo e calcio i due sport più praticati, ma anche fantathlon con i più piccolini. Simpatica e avvincente la sfida tra due differenti generazioni, quella dei genitori e quella dei ragazzi allenatori.
Dopo il pranzo condiviso sotto il portico dell’oratorio il presidente Davide ha ufficializzato i ringraziamenti e reso noto i risultati dell’anno associativo nonché le proposte per l’anno venturo.
Interessante coincidenza: il giorno prima della festa la santa sede pubblicava il primo documento ecclesiale che parla di sport intitolato: “dare il meglio di se’”. Da subito il consiglio della Freccia ha pensato di farlo proprio per la riflessione e la futura programmazione.

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CORPUS DOMINI: messa e processione in oratorio

3/6/2018

 
Domenica sera è stata una delle prime vere e proprie sere dei primi di giugno: una di quelle sere chiare in cui il sole esita al momento di calare dietro il Torrazzo, come se non volesse andarsene. Quando la processione si è avviata, era scesa la notte. In chiesa restava solo e aleggiante l’odore dell’incenso. Il Santissimo in alto, simbolicamente sporto verso l’intero quartiere, esibito come un prezioso di cui andare fieri. È indubbiamente scomparsa la solennità d’un tempo, la riverenza ai balconi e la devozione commossa. L’Eucaristia passa tra le case rispettosa. Come in punta di piedi. Come un amico di cui s’ignora il valore e l’affetto. Forse nemmeno chi segue la croce per la strada è pienamente consapevole di quanto stia accadendo. Attenti a dove mettere i piedi, cantano testi mandati a memoria. Uno dice: «Se la strada si fa scura / spero in Lui: mi guiderà». Procedendo in quella prima notte calda, dalla finestra aperta di un appartamento arrivano risate sguaiate: la televisione. Che abbaglia senza illuminare e guida illudendo, senza far sperare. Senza bisogno di alcuna parola, un segno veniva trasmesso ai figli: il nostro Dio è più forte di ogni nostra indifferenza.
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CRESIME: il dono dello Spirito per chiedere una vita bella, buona, onesta e fruttuosa il più che sia possibile

27/5/2018

 
Nel tardo pomeriggio di domenica 27 maggio, solennità della Santissima Trinità, è stata celebrata una solenne Eucaristia nella parrocchiale di san Sebastiano durante la quale 21 ragazzi hanno ricevuto il sacramento della Cresima. A presiedere la celebrazione mons. Mario Marchesi, delegato vescovile. Vicino a lui come concelebrante don Massimo Calvi, parroco della comunità cristiana. La chiesa gremita si è messa in ascolto della Parola di Dio e della suggestiva riflessione che il presule ha rivolto in primo luogo ai ragazzi e di riflesso alle loro rispettive famiglie.
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Riferendosi alle parole dell’apostolo Giovanni, monsignore ha insistito sul fatto che “nessun uomo ha mai visto Dio” (1Gv4,12). La sua entità, infatti, è qualcosa che sfugge ai nostri sensi umani. Tuttavia - è sempre Giovanni che lo scrive – Gesù Cristo, che è Dio, ce Lo ha rivelato (cfr Gv18). Da qui l’invito a non credere a chi pretende di spiegare con le sole parole l’esistenza di Dio e di conseguenza nemmeno a chi pretende di negare, con ragionamenti logici, la sua esistenza. È solo frequentando il Figlio unigenito Gesù, che diventa possibile conoscere qualcosa della presenza divina. Invocando il dono dello Spirito Santo - ha continuato monsignor Marchesi rivolgendosi ai cresimandi- invocate l’aiuto necessario per una vita bella, buona, onesta e fruttuosa il più che  sia possibile. Non sempre la vita può essere bella, ma le altre caratteristiche dipendono in gran parte da chi ne è protagonista. Proprio per questo si ritiene necessario l’aiuto dei genitori, primi responsabili della crescita umana e cristiana dei loro figli.

CORSA PER LE ISCRIZIONI AL GREST, ogni martedì e venerdì in oratorio

14/5/2018

 
Sono già più di ottanta le persone iscritte al grest di San Sebastiano. Tra loro i bambini di prima elementare che per la parima volta si affacciano a quest’esperienza ma anche gli amici più grandi, fino agli animatori. Per  iscriversi basta scaricare il modulo dalla sezione GREST del sito della parrocchia e portarlo controfirmato in oratorio il martedì o il venerdì dalle 16,30 alle 18,00. Si ricorda che le iscrizioni temineranno tra una venina di gioni martedì 5 giugno. Oltre quella data non sarà più possibile accettare richieste.
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La storia. Ecco perché maggio è il mese di Maria

14/5/2018

 
Maggio è tradizionalmente il mese dedicato alla Madonna. Dal Medio Evo a oggi, dalle statue incoronate di fiori al magistero dei Papi, l'origine e le forme di una devozione popolare molto sentita.
 
Il mese di maggio è il periodo dell’anno che più di ogni altro abbiniamo alla Madonna. Un tempo in cui si moltiplicano i Rosari a casa e nei cortili, sono frequenti i pellegrinaggi ai santuari, si sente più forte il bisogno di preghiere speciali alla Vergine. Lo ricorda spesso il Papa che non a caso ha deciso di iniziare il suo maggio al santuario mariano del Divino Amore, pregando per la pace, soprattutto in Siria. Alla base della particolare attenzione alla Madonna di questi giorni, l’intreccio virtuoso tra la natura, che si colora e profuma di fiori, e la devozione popolare.
 
Il re saggio e la nascita del Rosario
In particolare la storia ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X detto il saggio, re di Castiglia e Leon, in "Las Cantigas de Santa Maria" celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via (...)». Di lì a poco il beato domenicano Enrico Suso di Costanza mistico tedesco vissuto tra il 1295 e il 1366 nel Libretto dell’eterna sapienza si rivolgeva così alla Madonna: «Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bei viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!». Ma il Medio Evo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome. Siccome alla amata si offrono ghirlande di rose, alla Madonna si regalano ghirlande di Ave Maria.
Le prime pratiche devozionali, legate in qualche modo al mese di maggio risalgono però al XVI secolo. In particolare a Roma san Filippo Neri, insegnava ai suoi giovani a circondare di fiori l’immagine della Madre, a cantare le sue lodi, a offrire atti di mortificazione in suo onore. Un altro balzo in avanti e siamo nel 1677, quando il noviziato di Fiesole, fondò una sorta di confraternita denominata "Comunella". Riferisce la cronaca dell’archivio di San Domenico che «essendo giunte le feste di maggio e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominiciava a cantar meggio e fare festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla Santissima Vergine Maria....». Si cominciò con il Calendimaggio, cioè il primo giorno del mese, cui a breve si aggiunsero le domeniche e infine tutti gli altri giorni. Erano per lo più riti popolari semplici, nutriti di preghiera in cui si cantavano le litanie, e s’incoronavano di fiori le statue mariane. Parallelamente si moltiplicavano le pubblicazioni. Alla natura, regina pagana della primavera, iniziava a contrapporsi, per così dire, la regina del cielo. E come per un contagio virtuoso quella devozione cresceva in ogni angolo della penisola, da Mantova a Napoli.
 
L'indicazione del gesuita Dionisi
L’indicazione di maggio come mese di Maria lo dobbiamo però a un padre gesuita: Annibale Dionisi. Un religioso di estrazione nobile, nato a Verona nel 1679 e morto nel 1754 dopo una vita, a detta dei confratelli, contrassegnata dalla pazienza, dalla povertà, dalla dolcezza. Nel 1725 Dionisi pubblica a Parma con lo pseudonimo di Mariano Partenio "Il mese di Maria o sia il mese di maggio consacrato a Maria con l’esercizio di vari fiori di virtù proposti a’ veri devoti di lei". Tra le novità del testo l’invito a vivere, a praticare la devozione mariana nei luoghi quotidiani, nell’ordinario, non necessariamente in chiesa «per santificare quel luogo e regolare le nostre azioni come fatte sotto gli occhi purissimi della Santissima Vergine». In ogni caso lo schema da seguire, possiamo definirlo così, è semplice: preghiera (preferibilmente il Rosario) davanti all’immagine della Vergine, considerazione vale a dire meditazione sui misteri eterni, fioretto o ossequio, giaculatoria. Negli stessi anni, per lo sviluppo della devozione mariana sono importanti anche le testimonianze dell’altro gesuita padre Alfonso Muzzarelli che nel 1785 pubblica "Il mese di Maria o sia di Maggio" e di don Giuseppe Peligni.
 
Da Grignion de Montfort all'enciclica di Paolo VI
Il resto è storia recente. La devozione mariana passa per la proclamazione del Dogma dell’Immacolata concezione (1854) cresce grazie all’amore smisurato per la Vergine di santi come don Bosco, si alimenta del sapiente magistero dei Papi. Nell’enciclica Mense Maio datata 29 aprile 1965, Paolo VI indica maggio come «il mese in cui, nei templi e fra le pareti domestiche, più fervido e più affettuoso dal cuore dei cristiani sale a Maria l’omaggio della loro preghiera e della loro venerazione. Ed è anche il mese nel quale più larghi e abbondanti dal suo trono affluiscono a noi i doni della divina misericordia». Nessun fraintendimento però sul ruolo giocato dalla Vergine nell’economia della salvezza, «giacché Maria – scrive ancora papa Montini – è pur sempre strada che conduce a Cristo. Ogni incontro con lei non può non risolversi in un incontro con Cristo stesso». Un ruolo, una presenza, sottolineato da tutti i santi, specie da quelli maggiormente devoti alla Madonna, senza che questo diminusca l’amore per la Madre, la sua venerazione. Nel "Trattato della vera devozione a Maria" san Luigi Maria Grignion de Montfort scrive: «Dio Padre riunì tutte le acque e le chiamò mària (mare); riunì tutte le grazie e le chiamò Maria»

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PRIME COMUNIONI: restare uniti a Cristo per non “seccarsi”

29/4/2018

 
Domenica 29 aprile la chiesa di San Sebastiano sembrava non riuscire a contenere i parenti e gli amici dei trentacinque bambini che per la prima volta si sono accostati al sacramento dell’Eucaristia. Un’esperienza davvero unica quella di rimanere innestati a Cristo, attraverso un rapporto vitale e fecondo. Il parroco, don Massimo, durante la celebrazione, ha sottolineato più volte questo Dono di Grazia fatto ad ogni fedele che è pure un compito ed un impegno. Non solo dei ragazzi, chiaramente, ma anche dei loro genitori, primi responsabili della crescita umana e cristiana dei loro figli. Ogni credente è chiamato a rimanere unito a Gesù come un tralcio alla vite. Pena seccarsi e non portare frutto. Il brano evangelico di Giovanni, nel quale Gesù di autodefinisce Vite Vera (Gv15), ha fatto da filo conduttore fin dalla sera di venerdì, quando i ragazzi con le rispettive famiglie, si sono dati appuntamento per condividere la cena, per pregare davanti al Santissimo Sacramento e per accostarsi alla Confessione. La Messa di prima comunione non è solo una bella giornata di festa, specialmente se baciata dal sole caldo di fine aprile, ma una tappa molto significativa per diventare di domenica in domenica discepoli di Gesù. Uomini e donne di fede. Testimoni e annunciatori di speranza. Costruttori e cittadini del Regno.

Caravaggio: quando il pellegrinaggio si fa in bicicletta.

28/4/2018

 
Un grande dono, forse un privilegio, il fatto di avere il Santuario di Caravaggio nella nostra Chiesa diocesana. Proprio per questo ogni anno la parrocchia organizza un pellegrinaggio ai piedi della madre, per riscoprire la tenerezza di Maria e per affidarsi alla sua intercessione. Sabato 28 un gruppetto di parrocchiani si è mosso fin dalle prime ore del mattino per raggiungere il Santuario. Per qualcuno, infatti, è ormai tradizione partecipare al pellegrinaggio in bicicletta. Settantaquattro chilometri immersi nella campagna cremonese e bergamasca. Fiancheggiando due importanti arterie per d’irrigazione dei campi: il Naviglio e il canale Vacchelli. Lungo il tragitto alcune soste per riprendere fiato ma soprattutto tante parole in amicizia. Dimentichi dei telefoni cellulari che sembra facciano di tutto tranne ciò che dovrebbero realmente fare: mettere in comunicazione gli esseri umani. E allora la scelta della natura, della scoperta delle proprie capacità e dei propri limiti, della voglia di condivisione e di amicizia. Un pellegrinaggio non si fa se non ricercandolo e costruendolo con fatica. Solo così la meta diventa “corona” e l’edificio sacro non resta un tempio ma si scopre “Casa che accoglie”, he aspetta e che invita a tornare.

DUE GIORNI DELLE FAMIGLIE

22/4/2018

 
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QUARANTORE: dal 25 al 27 aprile adorazione eucaristica prolungata

22/4/2018

 
QUARANTORE: dal 25 al 27 aprile adorazione eucaristica prolungata
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Nel culto eucaristico sono ancora attuali le Quarantore, tempo di rinnovamento spirituale e sociale, di preghiera, di penitenza di fraterna comunione. Le Quarantore sono legate al nome del cremonese S. Antonio Maria Zaccaria (1502-1539). Nei giorni dell’adorazione eucaristica la città cambiava fisionomia: le barriere sociali cadevano, la fede rifioriva nella vita della gente che imparava a pregare e a meditare. L'adorazione coinvolgeva tutti, ci si avvicendava nella preghiera, spesso spontaneamente, per quaranta ore davanti al SS.mo Sacramento esposto in Chiesa. Per tre giorni si stabiliva come una tregua Dei: «i violenti diventavano mansueti; i ladri restituivano il maltolto; i falsari diventavano onesti; i nemici si riconciliavano; la gioventù si innamorava di Dio e i sacerdoti non si allontanavano dall'altare e dai confessionali». Possiamo ben dire che tutt’oggi permane la validità pastorale delle Quarantore. Esse, però, vanno ancor più collegate alla Parola di Dio e alla Santa Messa, per dare rinnovato slancio alla spiritualità, all’adorazione che sta all'origine della stessa devozione. Il dono della parola si completa in quello del pane: «spezzò i pani e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero» (Mc 6,41). L’ascolto della parola costituisce così la premessa indispensabile della condivisione. In essa traluce, come in filigrana, la prassi eucaristica della comunità cristiana.
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